C’è uno che giocò (e perse) la prima partita del Pandorito.

Se gliel’avvesero detto ‘un c’avrebbe creduto ma, da quel 4 gennaio del 1995, al Pandorito c’è tornato 999 volte.

Giovedì prossimo, 13 maggio, se non c’ha da fa’ niente di più importante, fa la partita numero 1000.

Nel frattempo  ha vinto, ha perso, ha pareggiato, ha litiato, ha fatto pace, ha fatto gol, ha preso gol, s’è fatto male, è guarito, è uscito e rientrato, una volta è venuto a gioà con addosso una telemetria che pareva una MotoGP, sicché ha smesso  ma po’ ha ricominciato. Ha preso de’ calci, a volte (poche) ha dato calci, più spesso s’è scansato per fa’ vedè che lu si scansa, ha preso freddo e ha preso caldo.

Ha cambiato casa, macchina, bicicletta, lavoro e anche un sacco di altre cose (per esempio la pettinatura). E’ stato Campione del Pandorito nel 2003. Scrive (da Dio) il rapporto e prepara la classifica. A mangià dopo la partita è quasi sempre venuto.

Insomma, penso che ognuno abbia un pensiero su Beppe.

Bene scriveteli qui per festeggiare la millesima del Vannucchi.

Si omologa la 37.a giornata del 10 maggio 2010:

Risultato:

1 beppe, poli, rossi, sodostè, pardini2, dino, renato, aiazzar, tucci, bertacca, fabrizio

1 sauro, marmo, marcosauro, g.ceppa, sodomax, pepo, becagli, rooney, dimas, fede, papo, dario

Classifica: Le vedete qui sopra (e se vi pare piccina la potete anche ingrandì)

Omo Sky: Alberto Bertacca, un gigante in difesa.

Omo Skyfo®: Beppe, un monco all’attacco.

Personaggi e momenti Hellzapopping:

1) Dimas. Nel riscaldamento prepartita, aldilà delle solite pallonate alte alla “viva-il-parroco” (quelle che il Donzy s’incazzava e allora io e Albertone si faceva apposta) e dei colpi di testa a marionetta come solo sa fare SodoMax, la maggior parte di noi fa a “passaggi”. Te tiri la palla a uno, quello te la ridà o la ridà a un altro. Ebbene Dimas non riesce a passalla nenche quando si fa a passaggi. Te gli dai la palla rasoterra, lui si mette a fa le finte, dribbla il nulla e poi la tira nel mondo. Redarguito, ripete pari pari la stessa cosa come le bambole Furga (quelle che ora ballano la Lambada, piscino, caino e fanno i pompini a bambolotti) e conclude lo show incurante dell’opinione altrui ridendo come la mamma iena dopo una barzelletta di pappà ieno.

2) Le dinamiche del Pandorito sono le stesse di quando andavi a casa a vedè “i ragazzi di padre Tobia” e la tu’ nonna ti faceva la fetta di pane col burro e zucchero. Eri bimbetto e se c’era uno che aveva un difetto, un punto debole lo massacravi senza ritegno. Ora siamo sulla mezza età e c’è ovviamente più senso del rispetto. Fra di noi c’è gente che nella vita fa l’imprenditore, il professionista, il medico… ma non c’è seghe, in quell’ora del lunedì e giovedì fra le 8 e le 9 – quando sbaglia un gò (l’esempio è l’errore di Federico a un metro dalla porta) e a prescindere dalla più o meno confidenza che c’hai – torna a esse “massacrato” come nel 1970.

3) Sauro in porta, bellissimo: è l’unico portiere che sta proprio in porta nel senso che ci stava dentro, come se la traversa fosse una tettoia. Eppure non pioveva neanche.

4) ultimi flash: il SodoStè mi fa una sponda di testa e io sono in area solo in mezzo a un nugolo di difensori avversari appostati come i coccodrilli nello stagno (ricordo che eravamo 11 contro 12). Ho provato la sensazione di fare da solo lo sbarco in Normandia a petto nudo, verniciato con la pittura arancione fosforescente, armato con la forcella e una manciata di ghiaino e urlando col megafono “merde” ai tedeschi. Ho colpito comunque di testa (naturalmente tirandola fuori) poi un u-boot m’ha centrato la tempia e l’orecchio sinistro che mi sembra d’avecci i Rockets fissi che mi cantavino “we are the robots”.

Dopo 5 minuti sono saltato con Darietto ma ha preso tutto lù: con la testa ha preso il pallone e col gomito m’ha preso la bazza, però m’ha spento l’ipod coi Rockets.

Prossimo turno: giovedì 13 maggio.

Il giudice unico autoproclamato