Risultato (14) presenti):
5: rossi, becagli, poli, sodostè, francè, marmo, aiazzar.
5: rooney, beppe, sauro, sodomax, tucci, filippo, federico.
Classifica: v.sopra.
Omo Sky: sauro.
Omo Skyfo®: federico. Più che un calciatore di calcetto sembrava un pellegrino che aveva smarrito la via francigena al quale, mentre andava in qua e là per il campo cercando un’anima pia che ni desse informazioni su dove cazzo fosse Roma, talvolta ni capitava fra i piedi un affare rotondo che lui scansava mandandolo indistintamente verso un altro dei personaggi curiosi che si dibattevano nell’enorme stia in cui era capitato. Il pellegrino viandante si è poi unito allo strano gruppo in un’osteria della darsena rifocillandosi a iosa – specie di fagioli all’uccelletto – quasi come se avesse bisogno di propulsione aggiuntiva per riprendere il cammino verso la meta.
Provvedimenti disciplinari: ammonizione al Tucci perché non s’è messo la fascia di leader.
Note & hellzapopping: Mentre ci sono nostri coetanei che portano a piscià il cane, il Tucci e il Rossi fanno le scelte. Scintille tra il Tucci e il Rossi appena finite le scelte. Intervengono i mediatori dell’Onu (il Tucci aveva già abbandonato le trattative minacciando l’invasione della striscia di Gaza) e viene “sacrificato” Francè che, ovviamente per indebolirle, passa nelle file nemiche.
Il momento clou è poco dopo l’inizio: Sodomax affronta Francè ed esegue un dribbling carpiato con rotazione sul piano sagittale, naturalmente semina il rude terzino ma monta sul pallone e acquisisce un’inclinazione che non può che portarlo a brucare l’erba sintetica del campo. Nel corso dell’acrobazia, sventura nella sventura, incoccia anche lo stinco zeppato col parastinco fuori sagoma del Gargoyle con la maglia del Botafogo e questo contatto gli devasta le rimanenti possibilità di non precipitare al suolo.
Mentre l’uomo che esprime gli stati d’animo coi movimenti della fronte è a terra con le gambe per aria, Francè, ritrovatosi col pallone fra i piedi, si gusta la ripartenza in contropiede ma, anziché passare la palla a un compagno, la treppia perdendo anche lui – però in modo molto più repentino – l’assetto catapultandosi giù di testa, in pratica autoschienandosi come in un folle combattimento solitario suicida di lotta grecoromana, disciplina in cui si cimentano da bimbetti gli integralisti islamici che poi da grandi si fanno esplode.
Se ci fosse stata una ripresa televisiva c’era da facci un poster col fermo immagine dei due contendenti entrambi a schiena in giù e braccia e gambe per aria: sembravano due vacche morte stecchite perché affogate per via dell’alluvione a New Orleans.
Per solidarietà ci siamo sdraiati – schiena giù e gambe e mani in su – anche io e il Becagli che eravamo lì nella vicinanze… è stato un momento intenso di Pandorito.
Bellissimo anche il dialogo tra il Tucci e il Becagli nel tenero tentativo di consolarsi a vicenda perché autori di due autoreti uguali: cross rasoterra quasi dal corner e tap-in nella propria porta perché non ce l’hanno fatta a fermare la corsa: “non potevo fà altro” e l’altro “neanch’io”.
Il Pandorito è teatro, una rappresentazione unica e irripetibile in cui gli spettatori sono anche i protagonisti. Noi non si porta a piscià il cane.
Si tira il collo al papero.
Prossimo turno: lunedì 6 settembre.
Il Giudice Unico Autoproclamato