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Risultato (13 presenti):

ALCUNI          1 matrone, tucci, rooney (1), rossi, francè, filippo, fede.

ALTRI             1 beppe, sauro (1), pepo, sodomax, canta, pardue.

Classifica: vedi sopra.

Omo Sky: Sauro. Per via del gol nel sette.

Omo Skyfo®: Sauro. Per via che sul gol di loro s’è scordato Rooney.

Note & hellzapopping: Per celebrare il giovedì grasso (che poi al Pandorito non solo giovedì è grasso ma ci sono anche i gioatori) alcuni hanno gioato mascherati: Pardue, con tanto di bretelle incrociate sul davanti, pareva un incrocio tra un Puffo e Tòrsolo l’ottavo nano, il Canta – alla sua 100esima presenza di tutti i tempi – è venuto da casa vestito da Lupo di Cappuccetto rosso e che t’ha a dì ni somigliava anche, Sauro ha portato e intopato qualcosa che ora non ricordo, Rooney ha portato un pallone neroverde di un metro di diametro che c’abbiamo fatto il riscaldamento, Francè è venuto mascherato da Francè e Federico col solito asciugamanino tipo coperta di Snoopy.

Dopo avè fatto gli scemi col pallone anche per un paio di minuti della partita vera (quelli del campo accanto – prima di prendersela con l’arbitro, poi con gli avversari, poi fra di loro, poi con l’arbitro, poi fra di loro, poi con l’arbitro e poi alla fine si son litigati di brutto fra di loro – ci guardavano con gli occhi spraccati) ha preso il via una partita molto equilibrata, ben delineata tatticamente e molto dispendiosa perché eravamo pochi. Perché per noi 13 siamo pochi.

Il risultato finale di parità è stato giusto ed i gol son dovuti ad una prodezza di Sauro e ad un bell’assist del Rossi che ha messo Rooney nell’impossibilità di fallire a due passi dalla porta.

Altri fatti salienti Tono che s’è sgrugnato in un contrasto col Sodomax, Tono che s’è rattrappito un dito sul tiro-gol di Sauro e Tono che al Buo di Misurino ha finito il peperoncino mangiandolo col pane.

Prossimo turno: lunedì 7 marzo 2011.

Il Giudice Unico Autoproclamato che non sente seghe. Se le fa.

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Si omologa la 17.a giornata del 28 febbraio 2011.

Risultato (12 presenti):

TUTTI-I-RIMPALLI        10 aiazzar (5), pardue, matrone (1), sauro (2), tucci, sodomax (2).

UN-RIMPALLO-SOLO      5 beppe (1), rossi (1), fede (1), pepo, rooney (2), fabrizio.

Classifica: vedi sopra.

Omo Sky: Aiazzar. Con il solito abbigliamento che pare un pastore sardo col burqa, uno di quelli tremendi che inculano le peore assopite o meno produttive, si sistema nel deserto della metà campo avversaria che, per il suo look e per l’assenza di anima viva (difensori), ricorda appunto la Barbagia. Lì, mimetizzato nel buio, sfrutta a dovere tutti i lanci millimetrici ed i contropiedi segnando e facendo segnare a raffica.

Omo Skyfo®: Rooney. Il lunedì è un giorno triste per lui. Parte alle 3 dall’Abruzzo, fa 500 km, arriva in cantiere alle 8, lavora fino a tardi, poi fa la borsa e viene a gioà. Per i primi 2/3 minuti del match è presente poi, col passare dei minuti il sonno perso, i km fatti, i mq di teak incollati, diventano un fattore che lo fanno diventare più anziano di noi e precipita in un dormiveglia atipico, quasi un sonnambulismo calcistico che ha la catarsi definitiva quando va in porta che sembra più una sagoma, un cartellone pubblicitario a forma di uomo che diventa portiere solo se colpito dal pallone.

Però non russa o, se lo fa, lo fa in modo leggero, educato, senza disturbare gli avversari mentre segnano.

Dopo la doccia è così stravolto che nello spogliatoio pare il Jack Nicholson di Shining. Lo accompagna in albergo il Pardue e lui, al momento di scendere dall’auto sfatto e semiaddormentato, sogna di essere con la dama e ricambia il passaggio di Marchino quasi dandogli anche il bacino della buonanotte.

Note & hellzapopping: Il risultato è eloquente. Chi ha fatto le scelte ed ha preso 4 difensori ha vinto. Noi, che abbiamo perso, si sembrava una squadra di Zeman: tutti all’attacco. Però va anche detto che ai vincitori, rinominati appunto Tutti-i-rimpalli, è andato bene tutto. Hanno sfruttato ogni opportunità, ogni errore e contro ogni teoria sul calcolo delle probabilità, hanno vinto tutti i rimpalli. L’unico che hanno perso – comunque a risultato nettamente acquisito – è stato uno di Tono con me che poi ho segnato. Loro, tutti indistintamente, anche quelli senza piedi, lanciavano di sinistro da 30 metri e il pallone scavalcava di misura Fabrizio e cascava preciso sui piedi dell’Aiazzar. Noi nebbia.

Al Pensavo peggio, anche se sempre Aventiniano, s’è aggregato anche Marmo. Il menu è consistito in una vasca da 10 litri di minestrone di verdura. La Donatella ci ha dotati di ramaiolo e noi, stile rancio dei detenuti ( in effetti il recipiente era anche d’acciaio e le nostre facce poco raccomandabili), in piena autonomia operativa ci siamo massacrati. Abbiamo oscillato tra un minimo di due piatti ciascuno, con tanto di pane abbrustolito, fino al top di Marmo che ne ha fatti fuori cinque, quasi sei. Giuro.

Alla prima cucchiaiata mia c’è stato il dramma: sentivo il sapore della cotenna! A me non piace, mi disgusta proprio. Però avevo fame. Però il maiale mi dava noia. Allora ho avuto l’idea: ci metto il peperoncino.

Non vedendoci una sega (occhiali da vicino dimenticati in auto) ho chiesto al Rossi se dalla bottiglietta che agitavo il peperoncino stesse effettivamente andando nel piatto. Non scendeva secondo lui allora ho insistito. Dopo un po’ che scuotevo m’ha detto “ora sì”.  Mi son fidato, non avevo scelta, e in effetti il sapore di peperoncino ammazzava quello della cotenna. Poi, dopo la prima aggressione di cinque minuti in apnea al minestrone, ho cominciato a prendere fiato, ho avuto la sensazione d’avercene messo troppo ma Stefano mi aveva detto di no.

Seconda aggressione, secondo piatto, seconda apnea.

Ho avuto il sospetto di aver esagerato col peperoncino quando le vampate di calore si sono intensificate.

Ho avuto la certezza di aver esagerato col peperoncino quando ho visto che il Rossi c’aveva gli occhi crepati di rosso tipo Gatto Silvestro. Non c’aveva visto una sega neanche lui, era cotto dal sonno. Ma ormai avevo giù buttato giù anche la terza piattata, peperoncino compreso. E il peperoncino è afrodisiaco. A me il peperoncino m’attopa.

Sono rientrato a casa e già in macchina al di sotto del diaframma e al di sopra degli adduttori era già iniziato un conflitto. Ognuno, colon e billo, come due entità diverse, reclamava i propri spazi nell’ambito della stessa persona: io.

Il colon, in versione Lampedusa, costretto ad accogliere un flusso anomalo notturno, uno sbarco di paternostrini e verdura maciullati dalla precedente azione del tubo digerente che seminavano gas senza curarsi dello spazio a disposizione.

Più sotto, quello che passa la maggior parte del suo tempo rannicchiato fra le palle e le mutande, pendolone come la penisola italiana sotto l’Europa, stava subendo gli effetti dell’overdose di peperoncino e, nonostante l’ora tarda, dava segni di sonno zero, di insofferenza, di aggressività,.

Ruggiva.

In mezzo a questa tempesta c’ero io. Benigni ha fatto “la tigre e la neve”, io c’avevo “il vento e il tigrotto”.

Io credo che l’appartamento sopra di me sia abitato solo d’estate, anzi lo spero perché se c’era qualcuno avrà pensato che al piano inferiore c’era qualcuno che mentre guardava Bruno Vespa faceva un’orgia satanica. In realtà – sebbene avesse preso vita propria al punto da minacciarlo di farlo dormire da solo in camerina – il tigrotto poi l’ho tranquillizzato.

Il vento no.

Puoi chiudere tutte le porte, avvolgibili e finestre di casa. Puoi stoppinarle, calafatarle ma quando c’hai il ghibli dentro ci fai poco. Devi trovargli una via d’uscita. Ti sembra d’essere posseduto.

E’ da ieri notte che l’esorcista mi sta liberando.

Stamattina ero in salotto e, nel piegarmi per allacciarmi le stringhe, altri sette o otto dèmoni hanno lasciato il mio corpo con boati di media e alta intensità. Ho riso internamente di soddisfazione e ho aperto la porta. Sul pianerottolo c’erano le due signore delle pulizie con le quali sono sempre gentile e loro lo sono con me.

Imbarazzatissimo e rosso come il peperone ho dato loro il buongiorno.

Loro erano più imbarazzate e rosse di me, e non mi hanno neanche dato il buongiorno…

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Prossimo turno: giovedì 3 marzo 2011.

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Il Giudice Unico Autoproclamato che non sente seghe. Se le fa.