Inizia oggi una nuova rubrica del Pandorito.com.
Come annunciato – vedete il post più in basso – è un omaggio ai mondiali del 74. Portiamo il Pandorito a quei tempi eroici per celebrare l’estate della mitica Olanda e della Germania imbattibile, di Cruijff e di Muller, dell’ultimo Riva e delle nostre partite a pallone per la strada, facendo finta di essere Krol o Tomaszewski.
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Ovviamente non si poteva che iniziare con l’uomo dei record, il vero dominatore, il padrone del Pandorito.
Seguiteci, ognuno avrà il suo quarto d’ora di celebrità.
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Figurino n.1.
NOME D’ARTE: Tucci
DATI ANAGRAFICI: nato a Viareggios (Cile) il 18/01/61
CHE ALTRO CAPITO’: il 18 gennaio 1961 venne inaugurato il traffico civile dell’aeroporto di Fiumicino e i Beatles si esibirono ad Aintree, l’ippodromo di Liverpool.
CO-COMPLEANNI: il 18 gennaio sono nati anche Montesquieu, Iva Zanicchi, Gilles Villeneuve, Kevin Costner e Montolivo quello della Fiorentina. Tranne un periodo in cui capelluto e basettone, al volante della Simca coi tigrotti disegnati sulle fiancate, sterminava involontariamente gatti (e quindi aveva qualche legame con lo spericolato stile di guida del pilota Ferrari), non è che abbia granchè cose in comune con gli altri personaggi famosi di cui sopra. Non ha l’estetica di Kostner, la classe di Montolivo, nè la voce della Zanicchi alla quale, invece, calcisticamente è la più che somiglia. Per quanto riguarda Montesquieu se al Tucci gli parli d’illuminismo ti dice “che lui a casa non c’è mai e comunque le bollette della luce l’ha sempre pagate tutte”.
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RUOLO: al Pandorito è terzino puro. Si piazza al vertice destro alto dell’area di rigore e non si muove. Lì c’è suo. Sembra sia a caccia di folaghe: c’ha il capanno. Fa tutti i rinvii uguali che ci potrebbero inventà un’unità di misura come i piedi, i pollici, le iarde, i metri, i lanci del Tucci, gli ettometri, etc.
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PREGI E DIFETTI: Ha vinto ben 5 edizioni del Pandorito perchè la costanza è una delle sue doti migliori, non per nulla sta viaggiando verso le 1.400 presenze! Anche il rendimento calcistico è positivamente uniforme, raramente ha la serata no. Marca l’avversario prendendolo di petto, ma non in senso lato, lo piglia proprio a pettate nella schiena. Di testa se la cava così e così e, quando è particolarmente concentrato fa gli urli di scarico tipo tennista che incrocia la volèe. A livello calcistico la cosa che gli riesce meglio in assoluto al Pandorito è lavà le casacche: le riporta sempre asciutte, pulite e profumate. Soffre moltissimo gli attaccanti rapidi ma molto anche quelli lenti. L’unico momento in cui si esprime con velocità è quando si trova nei pressi di un piatto di patatine fritte altrui: è più svelto della lingua della rana che ingolla l’insetto. Il momento invece di maggior difficoltà (arranca e stantuffa) è quando si china a slegassi le scarpette perché la pancia gli spinge sulla bazza, ni occlude l’esofago, ni ostruisce la trachea, ni si strizzano i polmoni e va in apnea fino al momento in cui, dopo il primo nodo, riesce finalmente a farsi la galappia alla seconda stringa e può rialzarsi. Da lì in poi ripiglia fiato e colore e, spesso, è anche in condizioni di fà le scelte.