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NOME D’ARTE:           Yurj o Jury o Iuri o Jurij (nome russo da pronunciare in bergamasco, potapota)

DATI ANAGRAFICI:     nato a Uster 47°21′00″N 8°43′00″E, Zurigo (Svizzera) il 10/07/73

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CHE ALTRO CAPITO’: quel giorno lì le Bahamas proclamarono l’indipendenza ma a Uster non gliene importò una sega a nessuno, erano tutti con i calzini di lana corti bianchi col pennacchio rosso intenti a segà gli alberi, a parlà male degli italiani come gli italiani ora parlano male dei nordafricani, a imbriaassi di birra, tutti tranne tre: il signor Roncan, la sua signora e la levatrice. I Beatles non suonarono da punte parti perché avevano già litigato da tre anni.

CO-COMPLEANNI: il 10 luglio (’47) è nato anche Arlo Guthrie (The Alice’s restaurant massacre, sia la canzone che il film). La seconda persona più famosa nata il 10/07 è lui, Jurij.

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RUOLO: Al Pandorito è relegato in difesa perché quelli che sono meno capaci vengono usati come scudi umani o ad ossessiva copertura di quelli bravi, che comunque li dribblano e li mandano a pisciare lo stesso.

PREGI E DIFETTI: La caratteristica principale di Jurij è la comunicazione nella quale eccelle e che infatti a calcetto non ci fai una sega. Altro suo pregio è la simpatia che però anche quella al Pandorito – specie nei momenti in cui prevale l’istinto del risultato o il demone del “non sai calcisticamente chi ero io” – te la metti al culo. Anzi anche in queste circostanze Jurij riesce a mantenere una spiccata dose di self-control riuscendo anche a gioire per le malcelate imprecazioni di odio (talvolta anche razziale) dei compagni e perfino a tollerare le sguaiate godurie degli avversari per le sue debacle che ricordano molto il trattamento che i congedanti energumeni e riservavano alle reclute imberbi (forse è per quello che nel figurino s’è lasciato una foresta di peli nel collo. Maligni dicono che s’è tesserato per la Svezia prorpio perché aveva le maglie con lo scollo a “V” generoso).

I suoi interventi difensivi ricordano le lievi evoluzioni di Carla Fracci, corre sulle punte, salta sulle punte e calcia con le punte. Il tutto con leggiadria, sorriso e levità che da un momento all’altro t’aspetti che l’altoparlante inizi a diffondere lo schiaccianoci di Tchaikovsky, l’avversario si tolga la maglia del Cro Dinamo e gli spunti il vestito da ballerino del Bolscioi – quello che ti fa una ceppa di pacco che per me ci si stipano le pannocchie – prenda Jurij gli faccia fare un pliè, un arabesque, due piroette e lo inculi gioviale nel cerchio del centrocampo.