”…in voce veritas e i fatti van messi sul tavolino”

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Risultato (20 presenti):

TARANTO:   2    - pepo, bert-h, sauro, sodomax, pardue, rooney, mano (1), narciso, incabino (1), c1p8.

POGGIBONSI:   1 -  matry, fede (1), beck, tucci, rossi, sodostè, beppe, papo, maxmalf, aiazzar.

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ATTENZIONE

La prossima partita avrà luogo (si gioa) venerdì 7, ore 20:00 (anziché giovedì 6).

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Classifica: il Pepo tenta l’allungo, Sodomax non cede, Fede, Beppe e il Rossi sì.

Omo Sky: Bert-h. Il tragitto più lungo che fa al Pandorito è dallo spogliatoio all’area di rigore. Poi si piazza lì, stanziale come il pastore che osserva gli spostamenti delle peore, e non ce lo smuovi. Agisce da marcatore sulla punta più avanzata, che a volte “avanzata” è proprio nel senso che nessuno l’ha voluta, come quando affetti una caterva di melone che lo metti in frigo e poi va regolarmente a male perché “prende il sapore del frigorifero”. Il nostro eroe si applica con impegno, da regista della difesa e raramente sbaglia una partita. Anche ieri sera non è stato da meno ed ha consentito agli avversari del Poggibonsi solo una rete frutto dello svarione di un compagno.

Omo Skyfo®: Aiazzar. Nonostante sia pettinato come Hitler non ha piglio autoritario, nonostante c’abbia le scarpette non gioa a pallone, nonostante sia col Poggibonsi è più utile al Taranto. L’incertezza del GUA su chi castigare con la fascia rossa – perché ce n’era un altro paio o tre di papabili – svanisce quando lo vede in braette, dopo la doccia, perché aveva ai piedi un paio di calzini grigi tristi come la steppa caucasica in un tardo pomeriggio di fine novembre mentre nell’aria si sentono solo sprazzi della preghiera di un muezzin dislessico portati dal vento.

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Note & hellzapoppin’: Partita equilibrata quindi decisa da episodi fortuiti, cioè dai tre gol.

Il primo è una pedata lunga dalla difesa che il Rossi ha la bella idea di lasciar passare senza intervenire “tanto dietro di me c’è il Mano e col cazzo che tanto può fà qualcosa di utile”. Invece il Mano – sostenuto dalla luce di cui alla foto – a sua insaputa ha colpito di testa quel coso tondo strano arrivato dalla difesa indirizzandolo in là, verso la porta nemica dove albergava Tono-Matrone forse intento a decidere se dopo avrebbe cenato la carne con l’insalata o la pizza ben cotta. Fatto sta che il coso tondo è cascato proprio all’incrocio dei pali insaccandosi alle spalle di Tono immerso nei propri dubbi al quale, a quel punto, ha aggiunto anche quello se il gol preso era colpa sua o no.

Il secondo gol è scaturito dall’involontaria triangolazione tra Narciso e Incabino con quest’ultimo che, nel disperato tentativo di chiudere il triangolo e non farsi redarguire dal compagno, l’ha tirato senza volerlo dalla linea di fondo rasoterra verso la porta gabbando il portiere di turno che, guarda un po’, a tutto pensava meno che di dover stare lì, di lunedì sera, a evitare che la palla gli oltrepassasse la riga bianca.

Il gol della bandiera del Poggibonsi è frutto di un lancio lungo di Papetto, Beppe l’ha lisciata di testa, Sauro – grintoso terzino del Taranto – l’ha svirgolata di stinco, l’estremo difensore degli ionici era a giro per l’area di rigore e Federico – triste come un bimbo che gli zingari gli hanno rubato il trenino Rivarossi perché non aveva potuto indossare la fascia bianco blu di omosky (a proposito, ma chi ce l’ha?) – ha deposto in rete.

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Prossimo turno: venerdì 3 ottobre, inshallah.

Il Giudice Unico Autoproclamato che non sente seghe. Se le fa.

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POGGIBONSI

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TARANTO

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NARCISO