”…ehò ma la palla è andata sul secondo palo…”

Tucci, declinando la responsabilità di un gol a 2 kmh subito su punizione. Ieri sera verso 5 alle 9, Pandorito, Viareggio.

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Risultato (14 presenti):

DINAMO MOSCA:   6   –    sauro (1), narciso (3), beck (1), fede, pepo, canta (1), matry. Età media 49,8 anni.

ABBOTTABAD:   1   –    rossi (1), xmalf, beppe, berth, filippo, tucci, sodomax. Età media 51,2 anni

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Classifica: Colpaccio di Fede, ora a un punto da Xmalf, e del Pepo che recupera quattro posizioni nel ranking.

Intertrofeo alla memoria della psiche di Francè: E’ nel foglio excel ma è un po’ prestino pubblicarla, comunque vede primi quelli della Dinamo Mosca.

Condimeteo: Temperatura: 5,5°C. Temperatura percepita: si zizzola..

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Omo Sky: Sauro. Macchè gol, macchè parate miracolose, macchè anticipi difensivi, macchè gioate alla Anquilletti… Ha salvato il CarnevalDarsena! E se anche fa i lanci nel nulla o i tiri che il pallone da tanto che è calciato male fa un rumore strano, quasi inquietante, Sauro è il nostro eroe. L’ho detto a tutti i colleghi ieri girando per gli uffici coi quotidiani spalancati davanti ai loro occhi: “Sauro è mio amico! Quando il fritto misto vi placherà le papille gustative, quando i succhi gastrici aggrediranno l’arrendevolezza del risotto di mare di passaggio nel vostro stomaco, quando ricacherete le ventosine dei polpi lessi, ricordatevi che lì, nelle cucine di via Coppino, c’è un po’ di Pandorito ” E tutti i colleghi a dirmi “Bravo Beppe! Bravo Sauro!” e io commosso di rimando “W Sauro, W il foxtrot!”

Omo Skyfo®: Beppe. Serata negativa. Prova a fare il centravanti-sponda ma non c’è verso, c’ha i piedi ghiacci e son più le cose che sbaglia di quelle (semplici) che riesce a fare. Le sue capacità tecniche sono sempre state lacunose quindi, giocare con i piedi marmati, fa sì che il suo controllo di palla ricordi quello di Pistorius. A un certo punto con una fatica immensa la sua squadra riesce a mettere Xmalf in condizione di servirgli al bacio un assist rasoterra a un metro al portiere e Pistorius che fa? Tira ma ridà la palla – ovviamente non volendo – a Xmalf. Nel silenzio, intimamente speranzoso di conforto, dice “mi sa che stasera l’omoskyfo sono io…”. Silenzio diventato più profondo, consapevolezza di condanna.

Note & hellzapoppin’: L’Abbottabad annaspa fin dall’inizio ma, nonostante due pappine subite da Filippo (che nelle due azioni dei gol più che un portiere sembrava impersonare entrambi i soggetti del monumento ai caduti di piazza Garibaldi), riesce a stare in partita grazie al gol dell’1-2 di Rossi con un fendente passato fra il duodeno e il fegato di Tono. L’1-3 è una brodezza (sì, con la “b”) del Tucci che, nella veste di estremo difensore, sistema con cura la barriera per opporsi ad una punizione decentrata e poi quasi ci si rimpiatta dietro. Il nostro pasticcere, forte della sua esperienza di n° 1 nei pulcini della V2 (stagione agonistica 1971-72), si posiziona su un punto preciso della linea di porta prevedendo la possibile traiettoria della palla. Poi il Canta scaglia un tiro neanche tanto forte che viene ulteriormente attutito da un componente della barriera e questo fa sì che la sfera prosegua lemme lemme verso la porta, sembrava che lo trasportassero le formiche come quando si caricano le briciole sulla schiena e le scorrazzano al formicaio. Il Tucci è appostato sul primo palo che pare un gufo su un ramo, la palla invece procede lenta verso il secondo. L’unico dinamismo che gli riesce, in reazione all’imprevista deviazione, è la rotazione dell’occhio sinistro in stile camaleonte (i gufi li hanno fissi, muovono tutta la testa), il resto del suo corpo rimane immobile mentre la punizione si spegne sul montante e poi in rete. Da lì la frase che apre il C.U..

E’ la rete che ammazza la partita. La Dinamo Mosca è superiore e dilaga con Narciso, assetato di gol come Dracula davanti alle sacche di sangue del magazzino di neonatologia, il quale pur di trovare gloria e un varco sulla fascia arriva anche a sfracellarsi contro il Tucci che ormai era partito e quando parte non si ferma più, sembrava una lavatrice con le ruotine lasciata in lieve declivio che travolge una tavola del ferro da stiro e la scaraventa oltre la linea del fallo laterale.

Comunque, aldilà dei demeriti dell’Abbottabad, alla Dinamo riesce e va anche bene tutto. Addirittura dopo due o tre legni (uno di Tono era da cineteca) il Beck trova un gol con una rasoiata di prima intenzione che dall’altezza panchina s’infila a fil di palo. Un gol così viene una volta su cento; se fosse stata un’altra sera probabilmente il pallone sarebbe andato alto oltre la rete dietro la porta, avrebbe scavalcato la recinzione dell’impianto per poi infilarsi in una finestra del palazzo oltre la strada rovesciando la zuppiera dei capellini in brodo a bollore sul pallame del nonno, con tanto di dolorose ustioni di primo grado, creandogli però l’alibi per non trombare la vogliosa moglie 85enne Geppa detta Grinzaspanata.

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Prossimo turno: lunedì 6 febbraio 2012, ore 20.

Il Giudice Unico Autoproclamato che non sente seghe. Se le fa.

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ABBOTTABAD

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DINAMO MOSCA

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