”…se si provasse a trattenere il respiro”
Lucio Dalla, Meri Luis, 1980. Forse il Pandorito è un po’ il nostro modo di “trattenere il respiro”.
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MASSACIUCCOLI BLIZZARD: 7 – dino (3), beppe (1), edy (2), pepo (1), tucci, berth, rossi.
PIAN DI MOMMIO RAPTORS: 6 – sauro, beck (1), narciso (5), c1p8, matry, limusè, francè.
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Classifica: Sodomax, Fede e Xmalf marcano visita, Beck stecca, ne approfittano Berth, che ormai è a un tiro di schioppo dal comando, e il Pepo lanciatissimo.
3° intertrofeo in memoria del LEGAMENTO CROCIATO DI PARDUE: la fuga di C1P8 è durata come un gatto sull’Aurelia ed è stato raggiunto a 9 punti da Berth, Pepo, Rossi e Beppe.
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Omo Sky: Narciso. Veni, vidi, persi. Cinque toppini, di cui un paio di pregevole fattura, non gli bastano per vincere (se è per quello neanche per pareggiare) ma sono senz’altro più che sufficienti per aggiudicarsi la prestigiosa fascia biancoblu.
Omo Skyfo®: Francè. Flash: egli è in porta, uno del Massaciuccoli tira, la palla viaggia a mezz’altezza verso il suo palo di sinistra, egli si tuffa e devia il pallone in corner. Non è stata una parata normale, neanche un tuffo normale. Lì, precipitato, quasi avvinghiato al palo, aveva un che della piccola vedetta lombarda, ma più che il personaggio di De Amicis abbattuto da un crudele fuciliere austriaco, egli sembrava un operaio della Telecom cascato da un’antenna perché colpito da una sassata di uno della Vodafone. I suoi occhi spiritati parevano prigionieri di un corpo arancione devastato dalle diete e dall’overdose di bistecche garfagnine e acqua minerale frizzante “che quando apri la bottiglia deve fa pppsssss per due minuti”.
Ecco: la parata da libro “Cuore”, l’aver offerto i reni per salvare un gol, l’aver messo a disposizione il suo apparato muscolo-scheletrico per il bene dei Pian di Mommio Raptors, il sacrificio di qualche cartilagine, è stato l’unico momento della serata in cui i suoi non gli hanno rotto i coglioni, criticato o detto quello che avrebbe dovuto fare. Appena i suoi si sono resi conto che respirava hanno ricominciato subito a massacrarlo.
E avevano ragione.
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Note & hellzapoppin’:
Meri Luis, Lucio Dalla, 1980
Il regista aspettava la star al ristorante
sembrava un morto con in mano un bicchiere
il ragazzo lavorava in un bar ed aspettava
che il padrone se ne andasse, per potersi sedere
Il dentista aspettava il sabato
con la moglie e tre figli era già pronto per il mare
il taxista al posteggio aspettava qualcuno da portare
Chi l’ha vista la ragazza con le grandi tette
che tutte le sere alle sette un quarto
aspettava l’autobus guardando in alto
e tutti quanti ad aspettare, a cercare di fermare
questa vita che passa accanto e con le mani ti saluta e fa ”bye bye”
questa vita un po’ umida di pianto con i giorni messi male
vista dall’alto sembra un treno che non finisce mai.
Neppure se è coperta dalla neve
o se sparisce sotto terra e non si vede
si ferma un attimo:
il regista, il ragazzo, il dentista, il taxista, la ragazza, la star
scaraventati in mezzo al traffico.
Ma, dio mio, e se si provasse a trattenere il respiro?
se si cercasse, se si provasse di fermare il giro.
Il regista stanco di aspettare, appena ha visto la star
l’ha mandata a cagare
il ragazzo ha lasciato lì di lavorare
e, agguantato un treno, è corso fino al mare
il dentista si è innamorato di un dente
lo accarezza non vuole fargli male
il taxista nella macchina non ha il cliente
ma una canna per andare a pescare
Meri Luis finalmente ha deciso che l’amore è bello
ha abbassato gli occhi e si è lasciata andare
ha benedetto il cielo come fosse un fratello
per le sue belle tette e per l’amico che le vuole toccare
Adesso, mio dio, dimmi cosa devo fare
se devo farla a pezzi questa mia vita
oppure sedermi e guardarla passare
Però la vita com’è bella
e come è bello poterla cantare.
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Prossimo turno:lunedì 12 marzo 2012, ore 20.
Il Giudice Unico Autoproclamato che non sente seghe. Se le fa.
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