“…la prima volta che vidi una topa la sera mi venne la febbre”
Confessioni di un pandoritaro dopo aver riequilibrato con la birra i liquidi persi durante l’ora di calcetto.
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Risultato (12 presenti):
JUGOSLAVIA: 5 – rossi 1, beppe 1, krusty 1, aiazzar, mario, narciso 2.
CECOSLOVACCHIA: 4 – sauno, pepo 2, matry, fede 1, parquat 1, manuel.
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Classifica: Beppe e Rossi allungano ancora sul Pepo. Sebbene manchino ancora 84 giornate alla fine, la loro è una vera fuga.
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Condimeteo: 16°C.
3° intertrofeo 2015 da intitolarsi all’occhio di Manuel: in testa Beppe.
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Omo Skyfo®: AIAZZAR: Calcisticamente, oltre che un grave problema psicologico, ne ha uno matematico e/o di memoria,. Nonostante gli si dica tutti di tirare o giocarla anche di prima, lui si ostina a toccare la palla più volte. E’ italiano, noi siamo italiani, lui parla (svelto) italiano, noi gli si dice le cose in italiano ma, ahimè, continua a non intendere e a pilotare il pallone, come un merdaccino rotola la pallina di merda, nella zona del campo più affollata.
A questo punto è evidente che o non sa contare i numeri oltre l’uno (quindi per lui ogni tocco è il numero uno, quindi anche il 2°, il 3° etc sono sempre il 1°) o si scorda che ha già toccato il pallone e ogni controllo di palla gli sembra il primo. L’empasse psicologico è che probabilmente soffre di agorafobia e questo gli impedisce di giocare nelle zone libere del campo. Questo meccanismo nevrotico spiegherebbe perché, invece di sfruttare gli spazi aperti, preferisce andare a cercare l’avversario per dribblarlo. Cosa che anche ieri sera non gli è mai riuscita.
Omo Sky: SAUNO: Nella serata caratterizzata da diversi scozzi, proteste, polemiche, ha sempre mantenuto un sereno distacco che, se anche ce ne fosse stato bisogno, la fa essere il GRANDE SIGNORE DEL PANDORITO.
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www.baglinifinanza.it: Parquat perde il primato della migliore media punti/partita.
Note e Hellzapopping: Dopo 3 partite saltate su 4 per mancanza del numero legale, il Pandorito è tornato ed ha offerto una delle sue serate indimenticabili: baraonde, litigate, punizioni, rigori e gol contestati e ancora pallonate, paratone, rimonte con gol allo scadere e, ovviamente, gag comiche. Spettacolo.
Momento clou una rete/non rete con Pepo-portiere, da dentro la porta, che ha negato che la palla avesse superato la linea, mentre Osteo, da un metro fuori, invece sicuro dell’esatto contrario. Litigata, proteste… “dentro!”… “fuori!”. A un certo punto, per risolvere il muro contro muro “sorteggiamo, facciamo il conto, a chi ni viene ha ragione” “Di tuuuuuo!” “Pari, è gol”. “Allora vado via”.
Uno spettacolo.
La minaccia di sciopero del Pepo però ha la meglio e si è continuato a gioà.
Poi Parquat ruba la palla a Pietrino che lo agguanta per la maglia. Sarebbe, anzi è punizione, ma diventa un’onta: Parquat dà di balta, manda in culo Narciso, i suoi non gettano acqua sul fuoco. Tensione. Si continua a gioà.
Cross di Marietto che finisce sul braccio di Matry, rigore. Parquat è al turno fra i pali e Narciso batte il penalty tirando una inopportuna cannonata. Polemiche ma si continua a gioà.
La CECOSLOVACCHIA è in vantaggio, prima 3-1 poi 4-2 ma la partita è vibrante. Gli uomini di capitan Matry sono uniti, ordinati e difendono bene. Pepo ha un diavolo per capello (in tutto 16 diavoli) e s’incazza per gli errori dei suoi: per ben due volte Parquat respinge una conclusione dei compagni. Ma è memorabile la sbraitata del plurititulato con Tono-portiere che preferisce uscire per impedire un passaggio laterale lasciando la porta sguarnita (gol da metà campo del Rossi che giura – invano – che voleva proprio tirare).
Gli JUGOSLAVI invece sono tutti contro tutti (da lì il nome). Narciso gioa da sé, Aiazzar da sé, Mario da sé, Krusty quasi e Osteo con quell’altri. Sembravano un bosniaco, un croato, un serbo, un macedone etc. Beppe invece era Tito, si sforzava per tenerli uniti. Marietto in due o tre occasioni si esibisce in scellerate discese delle sue conclusesi con la tradizionale testata in terra continuando, da lì, a sgambettare al tondo come un borbiglione a cui n’hanno stiacciato tre o quattro zampe. Forse bisognerebbe, invece delle scarpette, che indossasse un monocontrappesso stile omino del Subbuteo tanto tira male lo stesso ma almeno rimane ritto.
In un frangente Narciso pressa Fede ma ci si investe come una bici contro un cassonetto precipitando in terra come Pinocchio quando ni s’erano bruciate le tibie. Addirittura, nell’enfasi della tenzone, lo stesso Fede, generalmente placido come Domingo, subisce un intervento di un avversario e invoca animatamente una punizione.
Verso le 9 Tono cerca di dribblare Aiazzar ma son tutt’e due così lenti che si agganciano lateralmente e sembrano due balonettere in amore (trombano di fianco) che, prigioniere del proprio abbrivio e del proprio peso, si spiaggiano, innamorate, nella rete di protezione dell’impianto.
Sul 4-4 Pepo avvisa che sono le 9:12 e Manuel va in crisi “devo andà via” “ma dai, gioamo altri 5 minuti” “ma te sei matto, la mi’ moglie è sicula!” poi lo spirito di squadra prevale e l’attuale miglior difensore del Pandorito si rassegna alle mestolate di Paquita. Poi l’epilogo un tiraccio di uno jugoslavo viene rimpallato, la sfera s’impenna e casca proprio nel pressi di Beppe (che gioatore) che di testa segna il 5-4.
Il resto sono discorsi a bischero e risate un po’ fomentati dalla stanchezza e un altro po’ dalla birra che annaffia pizze e spaghetti del Buo.
Prossimo turno: giovedì 26 marzo 2015, ore 20.
Il GUA, Giudice Unico Autoproclamato, che non sente seghe. Se le fa.
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JUGO
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CECHI
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