Si omologa la 5.a giornata
Risultato e formazioni:
4 Pepo, SodoMax, Aiazzar, Tucci, Federico, Marmo, Babbut, Figliut, Francè, Gianniceppa
3 Beppe, Mano, M.Pardini II, Gabriele64, Matrone, Mario, Rossi, Dino, SodoStè
Provvedimenti disciplinari:
punti
Prossimo turno:
giovedì 21 gennaio
Note:
Una partita al Pandorito con due rigori è come se lo stesso giorno morissero due papi vittime di pompini assassini (la cosa impossibile è che, dalla mattina alla sera, riescano a eleggere il sostituto). C’è sempre stata una certa ritrosia ad accettare il penalty; magari ci si sbudella per un fallo laterale, si bugna dieci minuti per un corner o una punizione, ma un rigore contro al Pandorito è un’onta, come se uno che hai a schifo ti trombasse la sorella. Ieri sera uno ha tirato, ero in area e mi sono istintivamente protetto il pallame alzando il ginocchio e il pallone mi s’è incastrato – quasi fermato – fra la mano e la coscia. Sono rimasto lì come quando da bimbetto la mi’ nonna mi trovò che leggevo i giornaletti porno.
Secondo qualcuno non era rigore.
Poi tiro di Marietto neutralizzato dal polso maolato di Francè che, con la maglia a strisce orizzontali del Botafogo che pareva l’ape Maia con le su’ cose, stava bazzicando nella propria area nel ruolo gemello e opposto al Tucci.
Francè ha cominciato a ballà la tarantella da tanto che ni frizzava il braccio (ricordava la Bestia di Belle e la Bestia mentre pattina sul ghiaccio) ma nonostante l’evidenza qualcuno ha avuto da ridì lo stesso. Va bè.
Ci sono state 2 new entry due amici del Tucci: Babbut e Figliut.
Erino padre e figlio e quest’ultimo s’è fatto notare perché non stava ritto, sembrava il cavallino dopo tre minuti che è uscito dalla placenta di su mà che un passo lo fa ammodo e quello dopo scivola.
Momento clou al campo quando Francè e Aiazzar si sono ritrovati sotto la doccia, parevino i Fichi d’India nudi a Zelig.
Poi nella notte fantasmi si aggiravano dando vita alle lenzuola di una dozzina di noi.
Non erano anime in pena, erano i taglierini co’ fagioli che trovavano una via d’uscita dai nostri corpi.
al
ciao