Si omologa la 25.a giornata:

Risultato:

4 g.ceppa, gabri64, renato, pardini2, poli, sauro, matrone, rooney, marmo, aiazzar, tucci

4 beppe, mario, rossi, bertacca, sodostè, sodomax, lorenzo, marco, sauro, federico, pepo, becagli

Omo Sky:

Pepo, non ha sbagliato una palla

Omo Skyfo:

Sauro, non ne ha indovinata una (alla fine è andato in porta dalla disperazione)

Provvedimenti disciplinari:

punti.

Note:

Pasqua, pandoro, Pandorito. Che esplode: 12 contro 11 nel campo da calcio a 5.

Salvo qualche eccezione, una tribù di 50enni che tirava il pallone da una parte all’altra del campo osservata con qualche condivisibile perplessità dalla gente fuori dal campo.

Cardiopatici, obesi, cerebrolesi, pelati, monchi, bravini che, come si alzava il pallone, cominciavano a colpirlo di testa e non veniva più giù. Solo pochi eletti sono riusciti a toccarlo più di una volta consecutiva, al secondo tocco c’era già un avversario (se non un compagno) che te lo levava come la scimmia leva il cappello al turista mentre fotografa l’ippopotamo.

A un certo punto l’Aiazzar c’ha provato a toccarla due volte di fila ma la parte della scimmia rompicoglioni l’ho fatta io che, senza aspettà che la palla scendesse, l’ho colpita al volo di collo pieno lasciandoni la scritta “Diadora” sulla cornea.

Il geometra dai bulbi piliferi delle spalle iperattivi è andato ko.

Pur di esse utile alla contesa, dopo essersi bagnato l’occhio maolato, s’è offerto di stà in porta.

Al primo gol incassato è stato “duramente criticato” dai compagni che, dopo la sua tenera confessione (“non ci vedo”), lo hanno inumanamente invitato ad andarsene “se un ci vedi che cazzo ci stai a fà in porta, perché uni smetti?”.

Ha smesso e dopo il match l’ho accompagnato da San Papetto – che per noi del Pandorito ha ormai spodestato Santa Lucia – gli ha praticato le cure del caso.

Papo, in pigiama nella quiete della propria famigliola, s’è visto piombà a casa due figuri che in due c’avevino un totale di 12 diottrie.

Mi suonava il telefono e io – che non posso guidà con gli occhiali da vicino – ni davo il cellulare a lui che con l’altro occhio mi diceva chi era. Però me lo diceva parlando svelto come Fascetti sicchè mi toccava fannelo ridì per intendelo. Era Sauro che, pur non essendo in macchina,  ci faceva da GPS ci guidava.

L’Aiazzar era vestito con una tuta vinaccia-andata-a-male che sembrava più un pigiama frutto di una rapina al “Germoglio” che un indumento sportivo.

La moglie di Papetto deve avè avuto paura che fosse già in pigiama perché ni si voleva ricoverà a casa sua.

I bimbi hanno visto questo individuo con l’occhio rosso e hanno abbassato la vista preferendo il ghigno rassicurante dei mostri dei videogiochi in cui erano intenti.

A visita finita ho raggiunto il resto della tribù al Pensavo Peggio che mi ha gentilmente atteso prima di aggredire tordelli e matuffi col sugo di carne. Erano favolosi.

Stamattina come sempre n’ho dato di dentifricio, collutorio, deodorante e profumo.

Il tutto vanificato poco dopo da un gigantesco rutto al ragù che mi ha rimesso in mente la serata di ieri.

Prossimo turno:

giovedì 1° aprile, quella dopo – a causa che domenica resuscita uno – si gioa martedì 6 aprile.

Il giudice unico autoproclamato

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