“M’è venuto un molosso addosso”.

Rossi spiega perché ha perso un contrasto col Tucci.

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Risultato  (19 presenti):

CCCP: 1   –   giorge (1), papoclo, pardue, sodomax, parguido, berth, beppe, matry, rossi.

HACCP: 1   –    donzy, francè, pepo, mano, puccio (1), tucci, beck, gamma, manuel, fede.

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Classifica: guardate da soli, si capisce bene.

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Condimeteo: E’ calata l’afa, ha piovuto dalle 10 in poi.

8° intertrofeo intitolato all’improvviso ciclo mestruale di Narciso: il gruppo si deve ancora sparpaglià.

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Omo Sky: DONZY. Un mastino in mezzo al campo. Sembra il cane della pubblicità dell’Agip: c’ha sei gambe, morde i garretti a tutti, recupera 108 palloni che poi gestisce con precisione sempre col passaggio più semplice e produttivo, evitando fronzoli e rischi. A un certo punto si prende anche il lusso di fà una finta proprio a Sodomax, il re delle finte, facendolo sembrà un toro nell’arena che ha abboccato al movimento del drappo rosso facendoni prendere l’aire verso il baldacchino della SIAE.

Omo Skyfo®: ROSSI. vedi sotto.

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www.baglinifinanza.it: Numeri: sono rientrati il Mano e Pardue, ci ha rimesso il livello tecnico.

Note & Hellzapopping: Sì, in 19 anni di Pandorito qualche golletto l’ho fatto. La maggior parte da vicino d’opportunismo, di piatto, spesso anche di testa, altri – penso tre o quattro – con dei bei tiri al volo di collo destro. Ma il gol con la cannonata, quello che gonfia la rete, quello alla Levratto o alla Giggirriva per scomodare un paio di leggende, no, non l’avevo mai fatto. Sono sempre stato contrario a chi tira forte, forse anche un po’ incapace di farlo per limiti fisici (l’anca sbilenca mi tartassa), tecnici e anche di potenza. E invece, checcazzo, come in Hercules, il cartone della Dismey, ieri sera mi si sono allineati tutti i pianeti.

Di già a inizio partita m’avevano affibbiato la fascia di omoskyfo perché non sono andato a un pranzo con quelli del Pandorito, come se un’ispezione amministrativa della Deloitte al Viareggio fosse una cosa che ci puoi andare briao. A me mangià al bagno da Tono mi garba da morì, sono in ferie, figurati se avrei saltato la mangiata di pesce con i mi’ amici. La sera prima mi sono rinvenuto dell’impegno e l’indomani mattina, per paura che Tono cucinasse per uno in più, lo avevo chiamato presto per dare forfait. Tono dice “OK Beppe, non ti preoccupà”. Niente, quegli altri telefonate e messaggini a sfà “o stronzo”, “sei un peoro”, “tieni la fascia di omoskifo” e insomma m’è toccato mettermela.

Poi cominci a gioà, siamo in tanti, me la passeranno stasera? Mi fa malissimo l’anca, mi buca. C’era la concomitanza con la partita col Viareggio, non ci sono andato, il Moscardini è solo, il team manager ha preso la polmonite, manca, mi logro, mi dispiace… c’ho casini… c’ho il 730 a debito…  c’ho il cantiere in crisi… c’ho il comune… mi s’è rotta la scarpa… (la sto facendo volutamente palloccorosa)… c’ho da pagà l’ombrellone… c’ho i panni stesi e ora a va a piove… insomma sei preso in tutto questo vortice di spapparamento di palle quando Papoclo si prepara al lancio lungo, m’allargo dietro Francè tanto lui di testa non la prende e tanto Papo di sinistro la tira qui.

Detto fatto parte il traversone, Francè è tagliato fuori, Fede-portiere è messo cosìcosì, sebbene Osteo (mio compagno del CCCP) sia quello che m’ha appioppato la fascia di omoskifo, ora gliela spizzo perché il Tucci è rimasto largo. Combinazione la devio di testa proprio come volevo, Osteo prende il tempo e di controbalzo la manda debolmente verso la porta, Francè riesce a toccarla facendola sbattere nel palo. L’allineamento dei pianeti vuole che la palla rimbalzi proprio verso di me, che mi venga proprio verso il collo destro e che non ci sia proprio neanche necessità di cambiare passo né direzione.

Percepisco che sto per fà gol.

Per un attaccante – anche se di una pseudo casafamiglia come il Pandorito – segnare una rete è come trombà, e io sto per farlo.

Sento che tutti i cazzi del Viareggio, del Comune e dei panni stesi sono nulla in confronto al fatto che sto per segnare, ma non solo, che lo farò di potenza, godimento massimo. Sento che l’animale che è in me prende forma, la metamorfosi comincia. Quello che si scansa sempre per evitare i contrasti sta lasciando posto a un’altra entità. Ho l’impressione che mi succeda come allo studente americano di John Landis che diventa lupo mannaro (a Londra) e da averci il 39 di piede ora sento che c’ho il 45, il 46, il 47… l’anca non mi fa più male, mi spuntano i peli sulle nocche, le sopracciglia si uniscono in unico mostruoso monociglio tipo Polifemo e sotto i bracci mi cresce una foresta di peli. La pupilla si dilata e si rovescia come quando allo squalo ni buttano nella vasca dodici prosciutti cotti disossati. Il pallone mi viene incontro. Del cantiere, delle adidas rotte e del 730 m’importa una sega, l’ombrellone? Lo pagherà il Tucci, cazzi sui. La coscia mi trasmette al piede destro l’istinto omicida, i nove pianeti (ma so una sega potevano esse anche 10 o 11) sono in fila, la massima potenza si libera, scarico tutta la forza sul pallone che si dirige dritto verso la porta e tac, istantaneamente tutto torna indietro, l’anca mi rifa male, ogni sopracciglio torna a sovrastare il proprio occhio, le ascelle si sfoltiscono, gli occhi tornano nel loro alloggiamento anche per godersi la rete gonfia.

Niente.

Il pallone è in via Santa Gemma Galgani, in mezzo alla strada.

Cazzo, mi fa una sega Levratto, lui bucava le reti, io anche quelle di recinzione.

Poi vedo Osteo, il mio compagno di squadra, quello che mi aveva appioppato la fascia di omoskifo perché non avevo mangiato da Tono, il mio partner d’attacco, l’ossesso con cui ho un’intesa tattica offensiva speciale, che vagella, parla tipo cruciverba a sillabe, c’ha l’occhio crepato di sangue come Gatto Silvestro, c’ha scritta la marca del pallone sulla ganascia e ce l’ha con Francè che lo teneva “imprigionato” e non riusciva a spostarsi.

Allora capisco tutto, dopo 19 anni di attesa neanche stavolta ho segnato il mio gol di potenza. Anzi, non c’ho guadagnato neanche il calcio d’angolo e ho acciocchito il gemello del gol che ora è fuori dal campo, appoggiato alla rete assistito dal dottor Martinelli e continua a aveccela con Francè nonostante che fosse stato Fede a costringerlo involontariamente a fare da scudo umano alla mia cannonata.

Cazzo quando mi si riallineeranno i pianeti? Non lo so ma una cosa è certa, Osteo m’ha negato il gò, Osteo è l’omoskifo. Pardue tira un sospiro di sollievo.

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Prossimo turno: lunedì 12 agosto 2013, ore 20. ACHTUNG: quella dopo si gioca VENERDÌ 16 agosto alle 19:30.

GUA, il Giudice Unico Autoproclamato che non sente seghe, se le fa.

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CCCP

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HACCP

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6 Risposta to “63a giornata – 1659 del Pandorito – 8 ago 2013”

  1. Papoclo scrive:

    La descrizione della partita del GUA e semplicemente Eccezionale …….
    Bravoooooo

  2. GUA scrive:

    …mi son scordato di scrive che il CCCP ha preso 3 traverse e un palo

  3. Cerezo scrive:

    Volevo tranquillizzare tutti che sto bene, mi sono un po’ fatto male ad un ginocchio oggi, perché volevo sciare sul cavalcavia e sono cascato. Comunque ora sto bene anche di testa e domani…..ci riprovo.

  4. Cerezo scrive:

    A proposito il Gua è una coda di paglia e non capisce una sega, avevo giocato bene e per vendetta della fascia rossa mi ha fatto Omoskyfo.

  5. Anonimo scrive:

    Caro Beppe (o G.U.A.) che dir si voglia …
    e un’altra “perla” si aggiunge alle ormai innumerevoli narrazioni…
    che sistematicamente o il martedì o il venerdì successivo …
    allietano questo blog…
    e fanno si che uno brami dal desiderio di sapere a chi è toccata la fascia di omosky e omoskyfo…
    questa volta è toccata a OsteopoRossi…
    INECCEPIBILE!!!
    Wiva il Pandorito…
    :-)

  6. GUA scrive:

    caro Osteo,
    sembravi Pinocchio che cercava inutilmente di divincolarsi dai gendarmi Francè e Fede…
    Non è una vendetta per la coda di paglia rossa è perché hai negato il gò a Beppe, è giusto così.